Mi sono laureata in Medicina e Chirurgia all’Università di Sassari nel 2007 con la massima qualifica e mi sono specializzata in Ginecologia e Ostetricia presso la stessa università nel 2013. In realtà ho scelto la mia specializzazione dopo aver fatto le cliniche, perché inizialmente volevo fare cardiochirurgia.
Ho iniziato a lavorare nella riproduzione assistita nel 2014, un anno dopo la nascita della mia prima figlia. L’essere madre mi ha portata ad empatizzare molto con le donne che soffrono di infertilità e ho deciso di dedicarmi ad aiutarle. Dal 2016 faccio parte dell’équipe dell’Institut Marquès, clinica internazionale specializzata in Riproduzione Assistita. Attualmente sono il Direttore Medico della loro sede di Milano.
Ciò che mi piace di più del mio lavoro è il rapporto con i miei pazienti. Sono entusiasta di costruire un rapporto di fiducia, di aiutarli a sentirsi liberi di fare tutte le loro domande e di parlare della loro infertilità. Credo che questa malattia sia ancora un tabù in Italia. Mi sembra che anche tra i medici professionisti ci sia una certa riluttanza a parlare di fertilità con i loro pazienti. Questo porta all’ignoranza e all’isolamento delle persone che hanno bisogno di aiuto medico per avere un figlio. Possiamo combattere questo fenomeno condividendo la nostra esperienza. Per questo mi impegno nell’aspetto più informativo della mia professione: mi piace partecipare a eventi online, sui social network o a conferenze per dare visibilità a questo problema sempre più comune.
Sono innamorata del mio lavoro, alcune delle mie pazienti mi hanno lasciato il segno. Per esempio, quelle che hanno sconfitto il cancro, che hanno lottato e che alla fine sono riuscite a realizzare il loro sogno di diventare madri. La verità è che a volte faccio fatica a staccare e mi porto dietro queste storie, e in queste occasioni il mare e la cucina sono la mia valvola di sfogo, il mio segreto antistress.