OMOTOSSICOLOGIA : LE ORIGINI
L’omeopatia, termine che deriva dal greco ὅμοιος (simile) e πάθος (malattia) è una modalità terapeutica che ha nel suo significato etimologico l’essenza stessa dei suoi principi metodologici: per curare un individuo ammalato bisogna provocare in lui, attraverso precise e specifiche sostanze, una malattia simile a quella che egli sta vivendo stimolando e potenziando così il corpo umano alla guarigione utilizzando le proprie risorse.
Colui che intuì questa modalità di cura, permettendo la nascita dell’Omeopatia, fu Samuel Hahnemann, un medico tedesco dell’Ottocento che giunse per primo a questo nuovo approccio a partire da una profonda crisi professionale causata dall’inefficacia che spesso sperimentava nelle terapie convenzionali praticate ai suoi pazienti.
Hahnemann riuscì a superare la profonda crisi professionale non solo continuando ad essere un ottimo medico, ma gettando le basi dell’Omeopatia, grazie alla quale il suo nome fa parte della storia della medicina.
Negli anni ’30 in Germania il medico omeopata Hans H. Reckeweg decise di rielaborare tutti gli studi e le teorie di Hahnemann alla luce del progresso biochimico e immunologico raggiunto in quegli anni in campo scientifico e così fondò l’Omotossicologia, ponte tra l’Omeopatia e l’Allopatia.
Reckeweg, grazie ai suoi studi, identificò nelle omotossine la causa principale della malattia e così scrisse in uno dei sui trattati: “Le malattie sono l’espressione della lotta dell’organismo contro le tossine, al fine di neutralizzarle ed espellerle; ovvero sono l’espressione della lotta che l’organismo compie per compensare i danni provocati irreversibilmente dalle tossine al fine di mantenersi in vita il più a lungo possibile“.
L’Omotossicologia, detta anche Omeopatia antiomotossica o Omeopatia omotossicologica, è un metodo di cura appartenente all’area della Medicina Integrata e costituisce una disciplina medica che deriva dall’Omeopatia.
L’Omotossicologia in particolare studia gli effetti che alcune tossine o fattori tossici definite “omotossine”, hanno sull’essere umano e ne mette a punto un idoneo trattamento utilizzando rimedi omeopatici che vanno ad agire così sugli “stati intossicatori”.
La parola omotossicologia deriva, infatti, dal concetto di “omotossina”, che rappresenta una qualsiasi molecola, endogena o esogena, capace di provocare danno biologico e malattia.
COME FUNZIONA L’OMOTOSSICOLOGIA?
Secondo l’Omotossicologia, lo stato di salute (omeostasi), o di malattia, dipende da come il nostro organismo agisce per eliminare le tossine in eccesso.
Lo scopo dell’Omotossicologia è liberare l’organismo dai fattori tossici attraverso la detossificazione e il drenaggio, ovvero promuovendone l’espulsione da parte degli organi emuntori (reni, fegato, intestino, polmoni, pelle), mediante l’utilizzo di rimedi omeopatici classici, di derivazione vegetale, minerale, animale, e di una serie di nuovi rimedi: i catalizzatori intermedi, i nosodi, gli organoterapici Suis, gli allopatici omeopatizzati.
Le omotossine sono fonte indubbia di patologia e possono essere di natura endogena o esogena, derivanti cioè da rifiuti del nostro metabolismo (tossine endogene) non espulsi correttamente, oppure possono essere agenti esterni (tossine esogene) provenienti cioè dall’inquinamento atmosferico o dall’alimentazione.
Per quanto riguarda le tossine endogene, tutte le funzioni cellulari (dalle più semplici e fisiologiche fino ai più complessi processi infiammatori e ossidativi tissutali) producono radicali liberi, vere e proprie tossine, oggi anche dosabili, che inducono stress ossidativo con danno e successiva degenerazione cellulare.
Le tossine esogene sono rappresentate invece da agenti esterni che respiriamo o ingeriamo: semplici batteri e virus, insetticidi o pesticidi, farmaci sintetici, conservanti, coloranti e additivi alimentari.
Se, dunque, un’omotossina non si rivela particolarmente virulenta e i nostri sistemi emuntoriali (reni, fegato, sistema linfatico) sono ben funzionanti, questa non causerà interferenze nella nostra omeostasi e rimarremo in salute.
Ma non sempre è così. Se la tossina risultasse aggressiva o i sistemi non fossero in grado di bloccarla, ne risulterebbe una compromissione dell’organismo con comparsa di malattia e la terapia omotossicologica tenderà allora a stimolare il naturale meccanismo di autoguarigione del corpo umano incrementando una specifica risposta immunitaria, mediante l’utilizzo di composti omeopatici.
[Contributo dell dr.ssa Patrizia Ceruti, Specialista in Ginecologia e Ostetricia Esperta in Omotossicologia , Omeopatia e Discipline Integrate Diplomata in Agopuntura].
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