La gravidanza interessa il corpo della donna nella sua totalità, pelle compresa. I cambiamenti della cute in gravidanza variano da donna a donna e sono profondamente influenzati dai mutamenti ormonali.
Gravidanza e ormoni: cosa cambia?
Durante la gravidanza, il corpo della donna subisce cambiamenti ormonali. Il primo periodo della gravidanza, definito ovarico, è caratterizzato dalla produzione di estrogeni e progesterone da parte del corpo luteo (ghiandola endocrina temporanea originata dai resti del follicolo ovarico dopo che ha rilasciato l’ovulo); il successivo periodo placentare è invece dominato dalla produzione di ormoni steroidei da parte dell’unità feto-placentare.
La produzione di gonadotropina corionica (glicoproteina ad attività ormonale hCG) inizia subito dopo l’annidamento dell’embrione, raggiungendo il picco alla 12ª settimana di gestazione e diminuendo fino alla 20ª settimana. Il progesterone, fondamentale nella prima parte della gravidanza, aumenta gradualmente fino al parto. Gli estrogeni aumentano dall’impianto fino al parto, influenzati dallo scambio ormonale madre-feto. Altri organi endocrini subiscono significative modifiche durante la gravidanza, con ipertrofia e aumento della produzione ormonale. L’ipofisi, la corteccia surrenale, la tiroide e le paratiroidi mostrano un aumento nella secrezione di vari ormoni, influenzando il metabolismo materno e il bilancio elettrolitico. Questi cambiamenti ormonali sono fondamentali per il supporto della gravidanza e il benessere materno e fetale.
La pelle si scurisce: come mai?
Durante la gravidanza, l’iperpigmentazione cutanea è influenzata dall’aumento della secrezione ormonale, soprattutto da placenta, ipofisi e ovaio. L’ormone melanocita-stimolante (MSH) svolge un ruolo chiave, con livelli crescenti durante la gravidanza e un rapido declino dopo il parto. Anche progesterone ed estrogeni, in aumento costante durante la gravidanza, contribuiscono alla genesi di melatonina.
L’iperpigmentazione cutanea in gravidanza è più evidente in donne di fototipo scuro, manifestandosi principalmente nelle aree già pigmentate come capezzoli, areole, collo e dorso superiore. Altre zone soggette ad un aumento della pigmentazione sono le aree di maggiore frizione come interno coscia, perineo e ascelle. Questi cambiamenti pigmentari iniziano precocemente e possono essere tra i primi segni di gravidanza. Dopo il parto, l’iperpigmentazione tende a ridursi.
Le principali alterazioni pigmentarie in gravidanza comprendono:
- l’iperpigmentazione areolare;
- la comparsa della linea nigra (linea scura verticale sulla pelle che collega l’ombelico al pube);
- le linee di demarcazione agli arti;
- la melanonichia longitudinale (striature scure che seguono l’asse longitudinale dell’unghia);
- il melasma gravidico (comparsa di macchie cutanee scure sul viso, in particolare su guance, labbro superiore, naso, fronte).
Il melasma gravidico, comune nel 45–75% delle gravidanze, può persistere nel 10-30% dei casi anche dopo il parto.
A chi rivolgersi
Questo articolo è stato scritto dalla Dr.ssa Anna Venturuzzo Medico Chirurgo specialista in Dermatologia e Venereologia.
Per maggiori informazioni:
Tel. 035 5297162 | info@casamedica.it