vulvodinia
Vulvodinia

Conosciamola insieme: parliamo di vulvodinia – 2^ parte 16.04.20

LE CAUSE

Introduzione (dott.ssa Chiara Marra)

Crediamo sia importante fornire alle donne quanti più strumenti di comprensione possibile, per poter  capire e quindi poter scegliere. Il nostro approccio prevede di rendere consapevoli e autonome il più possibile le persone.

A differenza di quello che si potrebbe pensare, parlando della cause di vulvodinia, non inizieremo dalle cistiti e vaginiti ricorrenti, ma cominceremo dando la parola al medico osteopata che lavora nell’equipe di CasaMedica dedicata alla vulvodinia, drssa Claudia Monti, perché ci darà un’idea allargata della problematica, cioè ci mostrerà le cause a distanza della patologia. Troppo spesso infatti ci si concentra sulle cause “locali”, perdendo di vista la persona nella sua totalità.

Cause biomeccaniche a distanza (dott.ssa Claudia Monti)

Sebbene le espressioni del dolore pelvico cronico portino a focalizzarsi sulle varie strutture della sfera urogenitale, è importante individuarne le possibili concause biomeccaniche a distanza.

Il nostro corpo infatti risulta collegato attraverso le diverse manifestazioni del tessuto connettivo: aponeurosi (le fasce che avvolgono i muscoli), tendini, legamenti e membrane sierose costituiscono un network complesso che si struttura in catene miofasciali.

Se all’interno della catena è presente un elemento perturbato, un “anello debole”, il problema si ripercuoterà sull’intera catena.

Questo ad esempio può succedere quando i diversi piani del “vestito” miofasciale che ci avvolge in strati non solo superficiali, ma anche profondi, che arrivano a connettersi agli organi interni, non possono più scorrere tra loro a causa di aderenze cicatriziali, esiti sia di interventi chirurgici che di processi infettivi o di endometriosi.

Oppure quando la funzionalità di organi solo apparentemente distanti risulta alterata (come ad esempio nel caso del colon irritabile, del reflusso gastroesofageo o nella discinesia biliare) e tensioni meccaniche e squilibri pressori si possono trasmettere lungo legamenti e addensamenti connettivali o attraverso il peritoneo fino alla fascia endopelvica.

Non sono però soltanto le disfunzioni viscerali, ma anche quelle relative alla biomeccanica dell’arto inferiore e di tutto il “contenitore” degli organi urogenitali (ossa del bacino e vertebre lombari, muscoli del pavimento pelvico, ma anche muscolatura dell’anca, come il muscolo piriforme e otturatorio, e legamenti sacrospinoso e sacrotuberoso) che possono generare, in una vera e propria catena di trasmissione, trazioni meccaniche anteriori e posteriori in grado di far ruotare l’asse del contenuto del piccolo bacino.

Le relazioni della fascia endoplevica con uretra e vescica, vagina e utero, retto e ano, nonché con nervi quali il pudendo, l’otturatorio, l’ileoinguinale e il genitofemorale, rendono quindi conto delle varie manifestazioni sintomatologiche raccontate dalle donne che soffrono di vulvodinia.

Cistiti e vaginiti ricorrenti/recidivanti (dott.ssa Chiara Marra)

La dr.ssa Monti ha accennato a come la disfunzione di stomaco e intestino possano riverberarsi anche a livello pelvico.

Ebbene, le cistiti e le vaginiti ricorrenti sono una nota causa di vulvodinia, ma non tutti sanno a cosa sono dovute queste infezioni.

Le cause possono essere essenzialmente di due tipi: alterazione del microbiota intestinale e/o particolari ambienti ormonali.

Rispetto al microbiota intestinale, approfondiremo l’argomento giovedì 23.4.20 con la drssa Stefania Ripamonti, nutrizionista dell’equipe di CasaMedica.

Voglio però spiegarvi una particolarità. Vi ricordate che vi ho spiegato che l’infiammazione delle mucose è dovuta all’iperattivazione del mastocita? Il mastocita è una cellula immunitaria che, se stimolato, rilascia sostanze infiammatorie tra cui istamina. L’istamina (quella che si libera anche nelle allergie) dà poi dilatazione dei vasi sanguigni, edema, sensazione di bruciore e prurito. Ma cosa può stimolare il mastocita? Sia parti di batteri o funghi come la candida, ma anche allergeni veri e propri! E’ quindi spesso importante approfondire con degli esami specifici se la paziente è allergica a qualche sostanza (conservanti, coloranti, etc), pianta o alimento che può scatenare infiammazione. Queste allergie si trovano sovente come concause del colon irritabile, che poi inevitabilmente porta a cistiti e vaginiti. Ma anche di questo ci parlerà giovedì prossimo la nutrizionista.

Cause ormonali (dott.ssa Chiara Marra)

Come accennato prima, anche gli ormoni giocano un ruolo importante nell’equilibrio del microbiota vaginale.

Si pensi ad esempio ad alcune donne in cui la pillola anticoncezionale provoca sensazione di secchezza delle mucose e scarsa lubrificazione.

Oppure si pensi all’accentuazione dei sintomi infiammatori nella fase premestruale.

Sono tutte situazioni che richiedono un approfondimento e un riequilibrio.

Anche la menopausa può portare a vulvodinia, sia perchè il calo degli estrogeni diminuisce il trofismo delle mucose e i lattobacilli vaginali (“fermenti lattici buoni”), sia perché si può slatentizzare un ipertono del pavimento pelvico. Ce ne parla l’ostetrica, dr.ssa Stefania Azzalini.

Vulvodinia e menopausa (dott.ssa Stefania Azzalini)

Vulvodinia e dispareunia (dolore ai rapporti) in menopausa. Il dolore avvertito spesso viene imputato a cause puramente ormonali e quindi a distrofia delle mucose, invece molto spesso è presente anche una situazione di ipertono muscolare.

L’ipertono del pavimento pelvico, in alcune di queste situazioni, era già presente prima della menopausa in grado inferiore: la donna non percepiva sintomatologia, salvo sporadico dolore ai rapporti.

Il quadro ormonale in menopausa, la fragilità delle mucose, il dolore ai rapporti e l’infiammazione che deriva da tutto ciò portano l’ipertono muscolare ad aggravarsi. Talvolta, in questi casi, è quasi impossibile visitare la donna ed i rapporti sono insostenibili.

Per questo è fondamentale iniziare un ciclo riabilitativo del pavimento pelvico per risolvere l’ipertono, integrandosi con la terapia prescritta dal medico ginecologo per il trofismo delle mucose.

Ipertono del pavimento pelvico e situazioni emotive (dott.ssa Stefania Azzalini)

Non sempre la causa dell’ipertono muscolo risiede nel corpo (dolore o cause anatomiche): a volte l’ipertono è una conseguenza di uno stato emotivo. La contrattura muscolare potrebbe essere espressione di un bisogno di protezione oppure un segno di ”fatica” della persona. Ad esempio l’ipertono si può presentare in periodi di fatica all’interno di una relazione di coppia oppure in seguito a grandi cambiamenti nella propria vita, che generano stress.

A volte, purtroppo, l’ipertono può comparire dopo violenze sessuali o eventi percepiti dal corpo come traumatici.

È importante inoltre saper fare diagnosi differenziale tra vulvodinia e vaginismo: il vaginismo è una fobia incontrollata della penetrazione (sia sessuale che alla visita). Può avere diverse manifestazioni e diverse gravità. In questo caso è fondamentale che l’ostetrica lavori in equipe con una sessuologa, in modo da riuscire a fare una terapia efficace.

Cicatrici da parto (dott.ssa Stefania Azzalini)

La vulvodinia, in alcune donne può comparire in seguito al parto: le cicatrici da episiotomia possono lasciare degli esiti di dolore, di tessuto resistente ed anaelastico. Per questo motivo, nel caso in cui una donna senta ancora dolore alla zona perineale dopo circa un mese dal parto, è fondamentale che prenda contatti precocemente l’ostetrica o il medico che l’ha seguita in gravidanza. Infatti se trattate tempestivamente, le cicatrici del perineo possono guarire velocemente e completamente.

La prevenzione può essere ancora più efficace quando l’ostetrica effettua una visita precoce dopo il parto al domicilio della donna (dai tre ai quindici giorni dal parto). Infatti in caso di sintomatologia estremamente dolorosa al pavimento pelvico, l’ostetrica puó consigliare rimedi naturali per disinfiammare e favorire il processo di guarigione.

Endometriosi e PID (malattia infiammatoria pelvica) (dott.ssa Chiara Marra)

Per concludere, tra le cause di vulvodinia ricordiamo l’endometriosi e la malattia infiammatoria pelvica, esse stesse fonte di infiammazione e spesso causa di aderenze. Eventualmente potremo parlarne in modo più approfondito in videoconferenze dedicate.

 

Dott.ssa Chiara Marra, medico chirurgo, ginecologa. Dal 2004 si occupa di endometriosi e dolore pelvico cronico. Dal 2013-2014 si dedica allo studio della vulvodinia e della sindrome della vescica dolorosa e dal 2017 coordina una equipe per la cura di queste patologie a CasaMedica a Bergamo. Diplomata in agopuntura e fitoterapia secondo la Medicina Tradizionale Cinese.

Ostetrica Stefania Azzalini. Ostetrica dal 2012, lavora con le donne mettendole al centro e rendendole protagoniste della loro cura. Lavora da 8 anni nell’ambito della riabilitazione del pavimento pelvico, ha fatto formazione sul tema con numerosi professionisti nazionali ed internazionali. Ha frequentato un master in medicine non convenzionali e la scuola elementale di arte ostetrica di Firenze. Dal 2017 lavora a CasaMedica, in equipe, occupandosi principalmente di pavimento pelvico.

Dott.ssa Claudia Monti. Medico Chirurgo. Diploma di Osteopatia. Vice-Direttore Didattico e Docente della scuola di osteopatia “TCIO – Take Care Istituto Osteopatico” a Milano. Dal 2016 lavora presso CasaMedica a Bergamo, sposando l’approccio di equipe.