Negli ultimi 10-15 anni l’autosvezzamento e lo svezzamento guidato dal bambino sono diventate pratiche molto diffuse: al lattante viene data la libertà di scegliere cosa e quanto mangiare e di partecipare ai pasti della famiglia.
I cibi solidi vengono proposti a pezzi e afferrati a pugno dal lattante (finger food) abbandonando il cucchiaio e a tradizionale pappa.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene il tradizionale divezzamento a 6 mesi di vita con accesso ai finger food dagli 8 mesi di vita (età in cui il 90% dei lattanti ha acquisito la capacità di afferrare in maniera indipendente gli oggetti) e il passaggio graduale a consistenze diverse sino all’alimentazione dell’adulto ai 12 mesi.
Gli studi attuali non sembrano dimostrare maggiori rischi di soffocamento con l’autosvezzamento che potrebbe inoltre comportare un migliore autocontrollo in ambito alimentare nel bambino più grande.
Quindi quali sono i rischi?
- Eccessiva assunzione di sodio e grassi saturi presenti nella dieta famigliare
- Eccesso di selenio e deficit di vitamina A
Lo svezzamento tradizionale e l’autosvezzamento non differiscono in carboidrati, proteine e grassi qualora il latte venga mantenuto. Al contrario in caso di abbandono del latte materno è bene prestare attenzione all’assunzione di lipidi e proteine in eccesso che potrebbero portare a sovrappeso e/o obesità.
E’ bene che il pediatra ricordi sempre ai genitori il ruolo fondamentale del latte materno e l’importanza di una sana alimentazione per tutta la famiglia.
Un corretto intake di proteine, sia in termini qualitativi che quantitativi, nei primi 2 anni di vita ha conseguenze sulla crescita e sullo sviluppo neuro-cognitivo. Un eccesso proteico è stato correlato ad un maggior rischio di sovrappeso/ obesità successivo.
Facciamo due conti per capire meglio:
Dai 6 mesi di vita il neonato il carico proteico dovrebbe essere di 10g al giorno
Con il latte materno ne assume 5,4 g al giorno.
1 cucchiaino di formaggio grana fornisce 1,5 gr di proteine. Per questo il grana non andrebbe mai aggiunto oppure deve essere considerato la sola fonte di proteine del pasto.
SVEZZAMENTO VEGANO O VEGETARIANO
Questo tipo di svezzamento è sempre più frequente e consiste nell’ escludere cibi animali diretti e nell’uso di un’ampia varietà di cibi di origine vegetale.
Esiste lo svezzamento latto-ovo-vegetariano che prevede l’assunzione di cibi animali indiretti quali latticini e uova e quello vegano in cui tutti i cibi di origine animale sono assenti.
La letteratura dimostra che entrambe le tipologie di svezzamento sono attuabili e consentono una crescita adeguata, ma solo se pianificata in maniera adeguata e implementate per prevenire qualsiasi carenza nutrizionale. La dieta deve essere arricchita di vitamina B, vitamina D, prevedere un regolare a aumentato intake di acido linolenico e doppie razioni di ferro. Se possibile il latte materno va mantenuto fino all’anno di vita.
Tutte le tipologie di svezzamento, vecchie e nuove, necessitano di un adeguato counselling e di formazione del genitore.
E’ fondamentale coinvolgere attivamente i genitori illustrando i rischi a breve e lungo termine di una alimentazione scorretta fin dai pochi mesi di vita.