Il ruolo della tiroide nella salute riproduttiva della donna è stato confermato da numerosi studi pubblicati negli ultimi anni.
Le malattie della tiroide (ipo o ipertiroidismo) possono determinare irregolarità del ciclo mestruale, difficoltà di impianto dell’embrione, aborti spontanei e alterato sviluppo del feto.
La rilevanza dell’argomento si può facilmente capire se si pensa che le malattie tiroidee sono i disturbi endocrini più frequenti nelle donne in età fertile, in particolare l’ipotiroidismo ha una prevalenza che in alcune aree geografiche raggiunge il 10% e la prevalenza di un ipotiroidismo subclinico non diagnosticato nelle donne incinte va dal 3 al 15%. E’ inoltre stato dimostrato che anche la sola presenza di anticorpi anti-tiroide, senza un’evidente malfunzione tiroidea, ha un’influenza negativa sulla fertilità, in particolare sull’impianto dell’embrione.
Il meccanismo alla base di tale legame non è stato ancora del tutto chiarito. Un’ipotesi è che l’impianto dell’embrione venga
influenzato direttamente da altri processi autoimmuni associati a quelli tiroidei; un’altra ipotesi è che venga invece condizionato in modo indiretto da un lieve ipotiroidismo che si crea nelle fasi iniziali della gravidanza.
Questo non significa assolutamente che tutte le donne affette da tiroidite di hashimoto o da ipotiroidismo presentano problemi di infertilità; indica soltanto che non si può prescindere da un’adeguata valutazione della salute della tiroide in fase di pre-concepimento o quanto prima all’inizio di una gravidanza. Ho parlato di salute della tiroide per indicare che, se per un’iniziale screening il dosaggio del solo TSH reflex è sufficiente, nel caso di donne con famigliarità per tireopatie o che magari devono affrontare un percorso di fecondazione assistita è necessaria una valutazione più completa che includa il dosaggio degli anticorpi anti tiroide e l’ecografia tiroidea. La valutazione della funzione tiroidea è indicata anche in donne poliabortive e alcuni studi hanno evidenziato un miglioramento della fertilità dopo l’impostazione della terapia sostitutiva con levotiroxina.
Ad eccezione dei casi in cui il valore del TSH è francamente alterato, le linee guida internazionali non concordano su quando iniziare il trattamento sostitutivo. A mio parere non può essere una scelta basata esclusivamente sul valore del TSH. Per decidere se e quando iniziare il trattamento andranno considerate l’età e la storia della donna, la fase della gravidanza, precedenti aborti, il quadro ecografico tiroideo e la presenza o meno di anticorpi anti tiroide.
Dr.ssa Danila Covelli, endocrinologa