L’ idrocele è un versamento patologico di liquido nei due foglietti che costituiscono la tonaca vaginale che riveste il testicolo, causando così un’aumento di volume dell’emiscroto che può causare disconfort e limitazione delle normali attività per ingombro locale.
Le cause possono essere:
– primario (congenito): causata dalla pervietà del dotto peritoneo vaginale per cui il liquido peritoneale si raccoglie nel sacco scortale.
– secondario: causato da ernie inguinali, processi infiammatori a carico del testicolo, torsioni dei testicoli, neoplasia. La sua insorgenza in genere è acuta.
– idiopatico: insorge in modo graduale senza causa parente.
I sintomi che può dare sono: senso di gonfiore della regione scortale tale da limitare i movimenti, difficoltà nei rapporti sessuali e nella minzione.
Clinicamente si può apprezzare palpatoriamente l’emiscroto più teso, non dolente, traslucido e a seconda della sua grandezza il testicolo omolaterale può essere palpato con più o meno difficoltà.
Generalmente è omolaterale e raramente bilaterale.
La diagnosi viene fatta dallo specialista che indagherà le tempistiche della sua insorgenza, la sua consistenza e volume; può essere utile eseguire un’ ecografia scortale per porre diagnosi differenziale con altre cause responsabili di aumento di volume dello scroto quali le ernie inguinali e le neoplasie testicolari anche se la prova della transfluenza può già orientare verso la diagnosi.
Non esiste una terapia medica atta a ridurlo, esistono dei sintomatici qualora l’aumento di volume causi disconfort ma la terapia è chirurgica.
E’ fortemente sconsigliato la sua aspirazione perchè si può riformare in tempi molto rapidi.
L’intervento curativo è la resezione ed eversione della tunica vaginale che può essere fatto anche in anestesia locale, a seconda della grandezza e della compliance del paziente.
La durata è di circa 30 minuti e può essere necessario mettere un piccolo drenaggio che viene rimosso nei giorni successivi all’intervento.
Il paziente dopo la procedura dovrà stare a riposo per alcuni giorni per poi riprendere la vita normale dopo circa una settimana, medicando la breccia chirurgica quotidianamente fino alla caduta dei punti o sua rimozione da parte del chirurgo.
Dr Lorenzo Tessa, urologo.