Cos’è l’Osteroporosi?
L’osteoporosi è una malattia caratterizzata dalla ridotta resistenza ossea e dal conseguente aumento di rischio di frattura. E’ preceduta da una fase di iniziale indebolimento osseo chiamata osteopenia.
L’osso è un organo in continuo rimodellamento, fino ai vent’anni circa la deposizione di nuovo tessuto prevale, successivamente la situazione si inverte e l’osso viene soprattutto riassorbito. La velocità di riassorbimento osseo dipende da fattori genetici e ormonali e, nella donna, subisce una brusca accelerazione quando con la menopausa si perde il ruolo protettivo degli estrogeni.
L’osso è inoltre il maggior deposito di calcio a cui attingiamo quando non ne abbiamo abbastanza nel sangue. Se il calcio non è adeguatamente introdotto con la dieta o viene perso eccessivamente con le urine, sarà l’osso a pagarne le conseguenze.
Chi vien colpito dall’osteoporosi e perché?
Chiunque è a rischio di sviluppare l’osteoporosi ma la malattia si verifica tanto prima quanto minore è la deposizione di osso in giovane età e più sono i fattori che durante la vita ne accelerano il riassorbimento. L’osteoporosi può essere quindi solo espressione dell’invecchiamento o essere provocata da altre malattie (carenza di calcio e vitamina D, celiachia o malassorbimento, perdita di calcio con le urine, iperparatiroidismo, ecc). In questo secondo caso, trattata la malattia di base il quadro osseo migliora e talvolta si normalizza.
Lo stile di vita sano (dieta equilibrata ricca di calcio, regolare attività fisica, niente fumo o abuso di alcolici) ha un ruolo protettivo anche nei confronti dell’osso ed è quindi alla base della prevenzione e del trattamento. A questo va aggiunta un’adeguata concentrazione di vitamina D che, purtroppo sempre più raramente viene raggiunta solo con la dieta e l’esposizione solare,e richiede l’assunzione di specifici integratori.
Come viene diagnosticata?
Per far diagnosi di osteoporosi è necessario sottoporsi alla MOC o densitometria ossea, un esame radiologico non invasivo che misura la densità dell’osso a livello del femore e delle vertebre. Due referti MOC sovrapponibili possono riflettere però situazioni cliniche molto diverse e richiedere trattamenti differenti.
Per quantificare il rischio di frattura va integrata alla radiografia della colonna vertebrale; le deformazioni vertebrali o pregresse fratture per piccoli traumi aumentano il rischio di frattura a prescindere dal valore ottenuto alla MOC.
Per impostare la terapia adeguata, dopo aver fatto diagnosi di osteoporosi e quantificato il rischio di frattura è importante capire se è una forma primaria legata all’invecchiamento o secondaria ad altre condizioni.
E come si tratta?
La terapia, come detto prima, si fonda innanzitutto sullo stile di vita sano, sull’adeguata introduzione di calcio e vitamina D e sul trattamento di altre patologie concomitanti. Tuttavia in alcune situazioni è necessario prescrivere farmaci che bloccano il processo di riassorbimento osseo. I bisfosfonati (alendronato, risedronato, zoledronato, ibadronato ecc) sono i farmaci di prima scelta, per il buon rapporto tra efficacia ed effetti collaterali; in caso di intolleranza, il denosumab da qualche anno rappresenta una valida alternativa.
L’osteoporosi non è una malattia dolorosa e infatti dà segno di sé solo quando compaiono delle fratture. E’chiaro quindi che le indagini di screening nella popolazione a rischio ( donne in menopausa,obese o diabetiche, persone con malattie infiammatorie croniche o in terapia con cortisone) permettono una diagnosi precoce ed un trattamento tempestivo per scongiurare le complicanze più gravi.
Dr.ssa Danila Covelli, endocrinologa.