Il protocollo mindfulness (MBSR) è nato per affrontare i disturbi stress-correlati. Ad oggi, tra le fonti principali di stress riportate da chi intraprende questo percorso compare frequentemente il lavoro. Ma quando parliamo di stress, a cosa ci riferiamo?
Ciò che comunemente chiamiamo stress è una risposta che il nostro organismo attiva a fronte di particolari condizioni dell’ambiente in cui ci troviamo: ad esempio, nel momento in cui percepiamo un pericolo si attivano una serie di risposte fisiologiche che ci mettono in condizione di difenderci, oppure di fuggire velocemente. Si tratta di un meccanismo molto antico, che ha permesso la nostra sopravvivenza per millenni in condizioni ostili.
Il legame tra mente e corpo in questo schema è molto evidente, perché ciò che la mente interpreta come pericolo, genera una risposta ampia e intensa a livello fisico. Le modificazioni dell’organismo in risposta allo stress sono molteplici, alcune facilmente percepibili. Lo sperimentiamo quotidianamente, quando sentiamo sorgere una tensione muscolare, oppure aumentare la frequenza del respiro e dei battiti cardiaci.
Cosa ne è dello stress, oggi? Il mondo moderno è molto diverso da quello in cui abbiamo sviluppato questa risposta, non viviamo più immersi in una foresta, circondati da predatori feroci. I pericoli dai quali dobbiamo guardarci sono perlopiù di natura psicologica, e il sistema di attacco-fuga non è di nessuna utilità nei confronti di un collega scorretto o di un capo arrogante.
Non solo, ma la risposta da stress è nata per essere molto intensa e altrettanto breve: una volta cessata la minaccia, l’organismo deve tornare alla condizione di equilibrio. Come spiega bene Robert Sapolsky, professore di Stanford, nel suo libro Perché alle zebre non viene l’ulcera? una volta passato il pericolo, magari l’attacco di un leone affamato, la zebra riprende tranquillamente le sue attività perché ricomincia a percepire sicuro l’ambiente.
Dal momento che non possiamo mettere k.o. il nostro superiore, né fuggirgli lontano, continuiamo a generare questa risposta senza riuscire a riportare l’attivazione dell’organismo sotto il livello di soglia. Ancora più complesso è il rapporto con gli stressori interni, quelli di natura puramente psicologica: pensieri, ad esempio la paura di perdere il lavoro, oppure un ricordo traumatico, che non ci abbandonano mai. In questi casi la risposta da stress, di per sé neutra, non dannosa, si cronicizza. Per dirlo con le parole dell’autore:
«Il problema è che i primati, umani e non, sono molto intelligenti e abbastanza ben organizzati da avere tempo libero a sufficienza per rendersi infelici uno con l’altro e stressarsi reciprocamente. Insomma per utilizzare questo stesso tipo di risposta per ragioni puramente psicologiche. Il problema è che il sistema non si è evoluto a questo scopo, e un’attivazione cronica ci mette a rischio di diverse malattie».
Come può aiutarci la mindfulness? Come abbiamo visto, la risposta da stress scaturisce da un pensiero, dalla percezione di un pericolo nell’ambiente. Dipende tutto da come interpretiamo la situazione nella quale ci troviamo. Come ogni altro schema di risposta, una volta appreso si attiva inconsapevolmente, e modificarlo non è semplice. Uno dei metodi ad oggi ritenuti più efficaci è proprio la pratica della consapevolezza (o mindfulness): imparare ad essere presenti a noi stessi, a percepire la risposta da stress nel momento in cui si attiva, riconoscere la situazioni specifiche che la generano e i pensieri ad essa correlati.
Coltivando la mindfulness nel quotidiano, diventiamo progressivamente capaci di scegliere una risposta adeguata alla situazione, anziché continuare a ripetere inconsapevolmente uno schema non funzionale. Ci diamo la possibilità di relazionarci diversamente al contesto lavorativo, avviando un cambiamento a partire dal nostro comportamento, laddove non è possibile modificare direttamente l’ambiente.
«In altre parole, siamo intelligenti quanto basta per farci del male, ma queste stesse caratteristiche possono insegnarci a gestire meglio il nostro stress».
[contributo della dr.ssa Irene Cocchi, Dott.ssa In Scienze e Tecniche Psicologiche, specializzata in Mindfulness-Based Stress reduction]
* illustrazione di Filippo Curzi