Le alterazioni della flora batterica intestinale, dette anche disbiosi, possono causare e correlarsi a diverse patologie e disturbi vulvari come: candidosi, cistiti, vaginiti, vulvodinia.
La flora intestinale, chiamata anche microbioma, può essere intesa come un organo metabolicamente attivo del corpo umano avente diverse funzioni quali:
- Barriera contro la proliferazione dei patogeni, con un meccanismo noto come“effetto barriera” o “esclusione competitiva”. É il meccanismo utilizzato dai batteri già presenti nell’intestino per mantenere la loro presenza in questo ambiente, evitando la colonizzazione degli stessi siti intestinali da parte di altri microrganismi, ingeriti o già presenti
- Regolazione della maturazione del sistema immunitario e sua modulazione
- Produzione di vitamine (acido folico, vit. K, vit. del gruppo B)
- Regolazione della motilità intestinale
- Parziale recupero di energia dalle fibre alimentari. I mammiferi assorbono gli zuccheri semplici nell’intestino tenue. Tuttavia, hanno una capacita intrinseca limitata di digerire i polisaccaridi. I polisaccaridi non digeriti (cioè, ad es., cellulosa, xilano, amido indigerito o glicani di origine endogena come le mucine e i glicosfingolipidi) passano attraverso le parti distali del piccolo intestino (ileo) e del colon e sono degradati dai microrganismi del microbioma intestinale.
Le fibre alimentari sono la parte edibile resistente alla digestione e assorbimento nel piccolo intestino degli umani ma possono essere completamente o parzialmente fermentati nel grosso intestino dai batteri intestinali.
Di seguito vengono dati dei consigli alimentari per migliorare la disbiosi intestinale e gestire i disturbi a carico dell’apparato uro-genitale. Queste indicazioni però non sostituiscono la visita con uno specialista che possa meglio inquadrare lo stato complessivo della situazione e formulare apposite indicazioni che devono sempre essere soggettive e personalizzate caso per caso.
In linea generale una alimentazione consigliabile è costituita da alimenti che siano il più naturale possibile consumati sia crudi che cotti con metodi che siano il più possibile semplici e veloci in modo da non ridurre o alterare le proprietà nutrizionali degli alimenti.
Indicazioni alimentari generali:
- Bere a sufficienza per mantenere una buona idratazione. È possibile raggiungere il quantitativo giornaliero di 2 litri consumando acqua bicarbonato calcica, tisane o infusi. Sono da evitare alcolici, bibite zuccherate e succhi di frutta confezionati industrialmente.
Preferire acqua, infusi, caffè d’orzo, latte vegetale di riso o cocco
Evitare: birra, té, caffè, latte di soia, cioccolata e succo di pomodoro
- Evitare l’apporto di zuccheri semplici e controllare l’apporto degli zuccheri complessi. Ciò significa evitare il consumo non solo di alimenti prodotti con aggiunta di zucchero ma anche quelli prodotti con sciroppo di glucosio-fruttosio, zucchero d’uva, succo di mela, miele ecc.
Per quanto riguarda i carboidrati complessi è bene preferire il consumo di cereali in chicchi decorticati senza eccedere nelle quantità. In alcuni casi può essere consigliato preferire cereali senza glutine (riso, grano saraceno, miglio, quinoa, amaranto, teff, sorgo, mais) limitando quelli contenenti glutine (frumento compreso kamut, bulgur, couscous, farro, segale, avena, orzo). Anche per quanto riguarda i prodotti da forno industriali come cracker, gallette, grissini, pizze, piadine, focacce, biscotti, ecc. è bene non abusarne.
- Scegliere quanto più possibile alimenti freschi e non lavorati industrialmente ad esempio è preferibile acquistare frutta e verdura fresche, da lavare, italiane e di stagione così come consumare prodotti da forno fatti in casa e non industriali come torte, biscotti, pasta, pane ecc.
- Ridurre l’apporto di sale utilizzato in cucina e di alimenti ad alto contenuto di sale come alimenti conservati sotto sale (capperi, acciughe, ecc.), in scatola o salamoia (tonno, sgombro, legumi, olive, ecc.), insaccati, essiccati o affumicati (bresaola, prosciutti, salami, mortadella, wurstel, salmone affumicato, speck, ecc.), dadi ed estratti di carne (anche liofilizzati), snack salati, patatine, noccioline ecc.
- Consumare alimenti di origine animale con moderazione e di buona qualità: preferire pesce pescato e non di allevamento (leggere le etichette alimentari) e carne di animali alimentati ad erba o fieno e non di allevamenti intensivi (è possibile informarsi dal proprio macellaio di fiducia)
- privilegiare cibi contenenti grassi di buona qualità: semi, oli vegetali, frutta oleosa, pesce soprattutto quello azzurro e di piccola taglia.
- Evitare cibi ricchi di grassi idrogenati (margarina) presenti in molti prodotti preconfezionati e preparati industrialmente e nei cibi da fast-food
- Preferire cotture senza aggiunta di grassi come: vapore, microonde, griglia o piastra, pentola a pressione, forno e cartoccio piuttosto che frittura impanatura o pastella, cottura in padella o i bolliti di carne
- In alcuni casi può essere consigliato anche limitare l’assunzione di caseina (latte e latticini)
Queste indicazioni servono a sensibilizzare le donne sull’importanza della dieta per ottenere benefici di salute complessivi.
Prendendo coscienza di ciò è bene iniziare sin da subito ad alimentarsi in modo sano, eventualmente facendosi aiutare da uno specialista in presenza di problematiche specifiche.