Smettere di procrastinare
Psicologia

Procrastinare: strategie per smettere

Quante volte ci siamo trovati a posticipare un impegno, a rimandare un compito o a temporeggiare prima di compiere una determinata azione? Il più delle volte a portarci in questa direzione è la “non voglia” di fare quella determinata cosa, talvolta scomoda, e di sostenere la fatica che comporta. Avviene così che la dieta inizia la prossima settimana, quella telefonata antipatica viene programmata per il giorno dopo, l’iscrizione in palestra si farà a settembre…

In altre parole, ci troviamo a procrastinare. Ma qual è il significato di questo termine? E quali possono essere le sue origini e le sue soluzioni?

Cosa significa procrastinare

L’etimologia del termine procrastinazione deriva dal latino “pro” che significa “avanti, a favore di” e “crastinus” che vuol dire “di domani”. Si intende quindi il rimandare consapevolmente l’esecuzione di compiti che sarebbe nell’interesse della persona svolgere nell’immediato. Spesso il procrastinare comporta danni di diversa entità al soggetto che male organizza il proprio tempo; viene infatti visto come un fallimento dell’autoregolazione, caratterizzato dall’irrazionale ritardo dei compiti da svolgere a scapito di potenziali negative conseguenze.

Perché procrastiniamo

Le cause per cui le persone tendono a procrastinare possono essere di varia natura. Ciò che però accumuna l’atteggiamento di chi procrastina è la messa in atto una forma di evitamento che gli permette di non entrare in contatto con le proprie insicurezze, paure e limiti. Così facendo la persona non affronta una serie di preoccupazioni e non è costretta ad avere a che fare con le emozioni che ne derivano.

Questo vuol dire che al di là della semplice noia o pigrizia, che possono sembrare motivazioni sufficienti a spiegare questo tipo di comportamento, in realtà ci sono dinamiche più complesse che sottostanno alla procrastinazione:

  • Tendenza al perfezionismo: la persona non si sente in grado di affrontare un compito o un problema se non riesce a farlo in maniera perfetta. Pensa di non essere mai abbastanza pronta o sufficientemente sicura delle proprie capacità, conoscenze o competenze;
  • Timore dell’insuccesso: di fronte alla possibilità di fallire il soggetto posticipa la scelta o rimanda il compito da svolgere;
  • Timore del successo: alcune persone credono di non meritarsi il successo oppure pensano che, una volta ottenuto, debbano continuare a soddisfare le aspettative (proprie o altrui) legate agli obiettivi raggiunti;
  • Paura delle responsabilità e delle conseguenze: prendere una decisione o svolgere un compito può condurre ad un’evoluzione della situazione che porta il soggetto a rendersi responsabile delle proprie scelte e ad affrontarne gli esiti.

Come smettere di procrastinare?

Per evitare che la procrastinazione diventi un atteggiamento stabile e porti problematiche nella vita quotidiana, si possono adottare piccole strategie per affrontarla ed evitarla.

Il primo suggerimento è quello di individuare obiettivi piccoli e semplici: muovendo un passo alla volta si arriva gradualmente alla meta. Potrebbe inoltre essere utile stilare una piccola lista, realistica e coerente con le proprie possibilità, in cui stabilire una priorità delle cose da fare. Un’altra strategia può essere quella di chiedere aiuto ad una persona cara che, messa al corrente della propria tendenza a procrastinare, possa fungere da supporto e monitoraggio senza fare un’eccessiva pressione. Infine, è fondamentale accettare l’idea che non sempre ci sono tutte le condizioni ideali per iniziare una determinata cosa o per decidersi a svolgere un compito: è importante concedere a se stessi la possibilità di sperimentarsi anche in quelle situazioni che spaventano e provocano fatica per migliorare la propria persona e superare i propri limiti.

L’articolo è stato scritto dalla Dr.ssa Alessandra Guerrieri, psicologa psicoterapeuta con approccio psicanalitico fenomenologico, insegnante di training autogeno, esperta di Psicologia Positiva.