Sei sempre stata tendenzialmente stitica? Da un po’ di tempo ti sembra peggiorata la situazione? Le accortezze alimentari, le tisane o gli integratori che hai provato ti sembra non funzionino più? Devi ricorrere a clisteri o manovre meccaniche per scaricarti? Spesso avverti la sensazione di doverti scaricare ma ci provi e non succede niente? Resti anche 1 settimana senza scaricarti? Potresti non essere semplicemente affetta da stipsi, ma potresti essere una delle numerose persone affette dalla sindrome da defecazione ostruita.
La sindrome da defecazione ostruita: cos’è?
La sindrome da defecazione ostruita è una condizione che colpisce il processo di evacuazione delle feci ed è spesso associata a difficoltà nel coordinare i movimenti muscolari coinvolti nell’atto della defecazione, portando a una sensazione di ostruzione o difficoltà nell’espellere le feci stesse. I pazienti affetti da sindrome da defecazione ostruita possono sperimentare vari sintomi, tra cui costipazione cronica, evacuazione incompleta, sforzo e dolore durante la defecazione. Questi sintomi possono avere un impatto significativo sulla qualità di vita, causando disagio fisico e psicologico. Nella quasi totalità dei casi, la sintomatologia ha una progressione molto lenta, che porta il paziente alla valutazione specialistica a distanza di anni dall’esordio, facendolo vivere in una condizione di ‘personale percepita normalità’ inquadrata come stipsi, che in realtà cela questa specifica condizione patologica.
Quali sono le cause?
Le cause della sindrome da defecazione ostruita possono essere diverse e coinvolgere molteplici fattori. Problemi legati al pavimento pelvico, come il prolasso degli organi pelvici o la disfunzione dei muscoli del pavimento pelvico, possono contribuire a questa condizione. La sindrome può anche essere associata a disturbi funzionali come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) o ad anomalie specifiche del retto come il rettocele.
Come avviene la diagnosi?
La diagnosi della sindrome da defecazione ostruita richiede un’attenta valutazione dei sintomi riferiti dal paziente, che spesso hanno origine molto lontano nel tempo, ed un’accurata valutazione specialistica chirurgica. In occasione della visita, il proctologo potrà indicare eventuali accertamenti diagnostici mirati, il principale dei quali consiste nella defecografia: una procedura di imaging che fornisce informazioni morfologiche dettagliate sulla dinamica della defecazione e può orientare l’iter terapeutico in modo molto chiaro.
Come curare la sindrome da defecazione ostruita?
Il trattamento della sindrome da defecazione ostruita è personalizzato in base alle cause sottostanti ed ai sintomi specifici del paziente. Approcci conservativi possono includere modifiche della dieta, l’aumento dell’assunzione di fibre, l’adozione di uno stile di vita sano e la terapia comportamentale per migliorare la coordinazione muscolare. Nei casi in cui il fattore predominante ricadesse nell’ambito funzionale, un ruolo interessante può essere il biofeedback, una terapia che mira a migliorare la consapevolezza ed il controllo muscolare attraverso la retroazione visuale o uditiva. In alcuni casi, può essere raccomandata la chirurgia, che può coinvolgere la riparazione di eventuali difetti anatomici mediante strategie resettive (STARR: stapled trans anal rectal resection) o la correzione di problemi muscolari (POPS: pelvic organ prolaps suspension).
In conclusione, la sindrome da defecazione ostruita è una condizione complessa che richiede una valutazione attenta ed un trattamento mirato. La personalizzazione dell’approccio terapeutico in base alle cause sottostanti e alle esigenze specifiche del paziente è essenziale per ottenere risultati efficaci e migliorare la qualità di vita dei pazienti colpiti da questa malattia.
A chi rivolgersi
Questo articolo è stato scritto dal Dott. Riccardo Pirovano Medico Chirurgo, specialista in Proctologia.
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