Prurito, bruciore, dolore o impossibilità ai rapporti sessuali sono sintomi che accomunano diverse malattie che possono colpire la vulva. La vulva è particolarmente esposta alle malattie della pelle che a volte sono molto particolari se non uniche, come nel caso del lichen scleroso vulvare.
Formulare una diagnosi corretta per il ginecologo è una vera sfida. Ma lo è ancor di più per la paziente che spesso si trova a dover consultare più di uno specialista prima di ricevere la giusta diagnosi. Questo perché alcune di queste malattie sono piuttosto rare e il ginecologo può avere delle difficoltà, che però si riducono quando nel suo bagaglio formativo ha acquisito competenze dermatologiche e ha visto molti casi della stessa malattia anche se rara.
Il lichen scleroso vulvare: cos’è?
Il lichen scleroso vulvare in Italia colpisce circa 2-7 donne su 100. Le cause a oggi non sono completamente note. Si tratta di una malattia cronica della pelle in cui i fattori ormonali e quelli immunologici svolgono un ruolo fondamentale. Sappiamo, infatti, che molto spesso colpisce in età infantile e, in maniera ancora più significativa, in menopausa. Sono, però, noti casi a qualunque età, più o meno estesi.
Come avviene la diagnosi?
Il lichen scleroso molto spesso viene trattato erroneamente come infettivo, come infezione da candida, ad esempio.
Nella gran parte dei casi il ginecologo esperto riesce a formulare la diagnosi solo raccogliendo dettagliatamente i sintomi riportati dalla paziente e facendo l’esame della vulva (o vulvoscopia): un esame indolore per il quale non si utilizza alcun colorante e che dura pochi minuti. Il medico si può avvalere dell’ausilio del colposcopio come fonte luminosa e come lente di ingrandimento.
Solo in rari casi è necessario eseguire anche una biopsia, ovvero un prelievo di una piccola porzione di tessuto, per la quale si utilizza un anestetico locale per limitare il dolore legato alla procedura. La biopsia, però, non risolve tutte le incertezze sulla diagnosi. Anzi fino al 50% dei casi può non essere conclusiva.
Per questo motivo è di fondamentale importanza la diagnosi su base clinica da parte del ginecologo esperto, con impostazione di una adeguata terapia. La biopsia andrebbe eseguita solo su lesioni che persistono nonostante la terapia o sospette per essere un tumore.
Il lichen scleroso: le modifiche della pelle
Molto importanti per la diagnosi di lichen scleroso, oltre ai sintomi riferiti dalla paziente, i cambiamenti a cui la pelle della vulva va incontro. La cute si assottiglia, diventa bianca e traslucida. Le piccole labbra si riducono fino a scomparire e il cappuccio del clitoride può chiudersi non permettendo più lo scivolamento di quella porzione di pelle che riveste il clitoride stesso.
Se non viene impostata la corretta terapia i sintomi peggiorano e si vanno ad aggiungere delle lesioni da grattamento e delle reazioni cicatriziali che irrigidiscono la pelle provocando il restringimento dell’ingresso della vagina. La situazione può peggiorare fino a rendere impossibili i rapporti penetrativi e, nei casi più gravi, provocando l’impossibilità ad urinare.
Come curare il lichen scleroso
La terapia consiste primariamente nella correzione di alcune abitudini delle pazienti: utilizzo di assorbenti o salvaslip al di fuori del flusso mestruale, abiti aderenti e in fibra sintetica, detersione ripetuta dei genitali anche solo con acqua, detergenti per l’igiene intima troppo aggressivi…
La terapia farmacologica consiste nell’utilizzo di creme a base di cortisone e applicazione ripetuta nel corso della giornata di creme idratanti. Di supporto possono essere creme ormonali o probiotici vaginali.
Sono in via di sperimentazione anche altre terapie la cui efficacia deve ancora essere dimostrata in via definitiva, come radiofrequenza, laserterapia, utilizzo di plasma arricchito di piastrine, per le quali è bene affidarsi a personale sanitario esperto.
Interventi chirurgici: quando sono necessari
La chirurgia va riservata a casi selezionati e solo per risolvere alcuni aspetti del lichen scleroso (problematiche di tipo ostruttivo legate alla fusione della pelle) questo perché il lichen tende a riformarsi intorno alla cicatrice. Utile ricordare che la perdita delle piccole labbra è irreversibile e la chirurgia non può modificare questo tipo di condizione.
Sono, però, possibili altri interventi di rigenerazione tissutale come il lipofilling. Anche in questo caso di fondamentale importanza la selezione delle pazienti a cui destinare questi trattamenti e l’affidabilità dell’equipe che li effettua.
A chi rivolgersi
Questo articolo è stato scritto dalla Dott.ssa Tiziana Dell’Anna Medico Chirurgo, specialista in Ginecologia.
Per maggiori informazioni:
Tel. 035 5297162 | info@casamedica.it