menopausa peso
Ginecologia

Quando l’aumento di peso spaventa più degli altri sintomi della menopausa

Il periodo perimenopausale è caratterizzato da modificazioni ormonali essenzialmente dovute ad ovulazioni irregolari o assenti. Si configura quindi un iniziale deficit di progesterone (che normalmente viene prodotto dall’ovaio dopo l’ovulazione) associato ad un aumento relativo e assoluto di estrogeni. Con la menopausa poi si passerà invece ad un ipoestrogenismo (pochi estrogeni). Il deficit progestinico è probabilmente associato ad una riduzione del dispendio energetico.

Poiché il 75% del dispendio energetico è determinato dal metabolismo basale, una sua riduzione (- 54 kcal al giorno) è predittiva di un aumento di peso e si associa ad una riduzione della massa magra e rispettivo aumento della massa grassa.

Nelle donne in perimenopausa, nelle quali vi è mancanza di un’efficace elevazione del progesterone nella seconda fase del ciclo (dopo la presunta ovulazione), si va incontro ad un progressivo aumento di massa grassa.

Gli estrogeni esercitano effetti metabolici e termoregolatori che sono opposti a quelli esercitati dai progestinici. In effetti gli estrogeni esercitano effetti ipotermizzanti. Durante il ciclo mestruale i livelli della temperatura corporea si abbassano durante il picco preovulatorio di estradiolo. Questo effetto contrasta l’effetto ipertemizzante dei livelli di progesterone tipici di una normale seconda fase del ciclo mestruale.
In effetti esiste un rapporto ideale tra progesterone ed estradiolo di circa 60, al di sotto del quale il progesterone non è in grado di antagonizzare completamente l’effetto ipotermizzante degli estrogeni e quindi di esercitare in maniera completa la sua azione ipertermizzante. Nelle donne con deficit di progesterone, ad esempio, è comune la sensazione di freddolosità prima della mestruazione.

L’iperestrogenismo relativo ed anche assoluto della perimenopausa potrebbe quindi contribuire all’accumulo di massa grassa che si evidenzia in questa fase della vita, attraverso una riduzione del metabolismo basale, che inevitabilmente si associa ad una riduzione della temperatura corporea. La distribuzione del grasso dovuto all’eccesso di estrogeni sembra tuttavia essere localizzato a livello dei fianchi e non a livello addominale profondo.

Nella donna in perimenopausa, la somministrazione ciclica di un progestinico è in grado di aumentare la temperatura corporea e quindi il dispendio energetico, prevenendo non solo la comparsa d’irregolarità mestruali ma anche l’incremento di peso e l’accumulo di massa grassa.

Il deficit di progesterone si può anche contrastare rispettando adeguati periodi di riposo e praticando attività come l’agopuntura e la moxibustione.

E’ importante specificare che la distribuzione di adipe a livello dei fianchi in perimenopausa è un fenomeno autolimitante, che non prosegue dopo la menopausa.

Un discorso diverso invece merita l’aumento della disposizione di grasso a livello viscerale (addominale profondo) dalla menopausa in poi, poiché prosegue anche in postmenopausa. L’associazione tra ipoestrogenismo e aumento del grasso a livello addominale è verosimilmente ascrivibile a diversi meccanismi. L’assenza di estrogeni causa un aumento della resistenza all’insulina che si associa ad un aumento del grasso addominale. Sono poi implicati anche cortisolo e ormone della crescita. L’aumento del rischio cardiovascolare diviene conseguenza diretta di questo meccanismo in gran parte iniziato in epoca perimenopausale in conseguenza dello squilibrio estroprogestinico e dei sintomi neurovegetativi tipici di questa epoca della vita.

Per contrastare il rischio cardiovascolare, fondamentali sono la cura dell’alimentazione e l’attività fisica.

Dr.ssa Chiara Marra, Medico Chirurgo – Specialista in Ginecologia e Ostetrica. Esperta di Medicina Tradizionale Cinese.