Un recente studio condotto dalla Queen Mary University di Londra dimostra che nelle donne in gravidanza seguire il modello di dieta mediterranea possa ridurre il rischio di diabete gestazionale ed eccessivo aumento ponderale.
La dieta mediterranea si caratterizza per il consumo di una vasta e varia gamma di alimenti, tra cui abbondanti frutta, verdura, cereali integrali, frutta secca, legumi, pesce (specialmente quello azzurro), regolare utilizzo di olio extravergine di oliva come condimento, e ridotto consumo di carne (in particolare quella rossa e quella processata), latticini, dolci e grassi di origine animale.
È ormai noto che la donna in gravidanza abbia necessità nutrizionali particolari, sia per favorire uno sviluppo fisiologico del feto, che per minimizzare il rischio di complicazioni durante il parto. Sempre più studi stanno inoltre dimostrando come l’alimentazione della madre e del bambino nei primi 1000 giorni dal concepimento abbiano un ruolo nella salute a lungo termine del nascituro.
Seguire una dieta il più possibile varia e affine al modello mediterraneo permette alle mamme di condurre la gravidanza in modo fisiologico e ricevere le corrette richieste energetiche, sia in termini di quantità che di qualità. Lo studio esalta in particolare i benefici derivati da un regolare consumo di frutta secca (noci, nocciole, mandorle, anacardi…) e olio extravergine di oliva. La frutta secca è infatti ricca di acidi grassi polinsaturi omega-3, famosi per il loro effetto antinfiammatorio ed elemento chiave per lo sviluppo neurologico del feto; l’olio extravergine di oliva è il condimento da preferire perché ricco di grassi monoinsaturi, che hanno un ruolo protettivo contro gli squilibri lipidici (elevati livelli di colesterolo e trigliceridi) e le complicazioni cardiovascolari.
Per questi e altri motivi, la dieta mediterranea è un modello semplice da seguire (che non prevede cioè restrizioni di alcun gruppo alimentare né preparazioni elaborate, ed è economica) e adatto tanto alla popolazione generale, quanto a quella delle future mamme, come dimostrato dallo studio.
Di seguito il link alla fonte (articolo in inglese): https://wb.md/2MCBztk e in allegato l’articolo tradotto in italiano.
Dr.ssa Irene Pozzebon, dietista.