“La respirazione avviene spontaneamente, grazie al cielo. Il sonno pure. Ma l’atto del mangiare richiede una azione deliberata.” Jan Chozen Bay
Siamo noi i registi e gli attori delle nostre scelte alimentari.
Sono numerosi i fattori che influenzano la scelta alimentare: fattori biologici (fame e sazietà, palatabilità, aspetti sensoriali), fattori economici (costo del cibo), fattori fisici (tempo, capacità culinarie), fattori sociali (istruzione, influenze sociali, cultura e tradizioni, eticità, stile di vita), e, non da ultimi, fattori psicologici (stress, umore).
Per essere corrette, le scelte alimentari devono essere in primo luogo rivolte alla QUALITA’ (cosa mangiamo) ed alla MODALITA’ (come cuciniamo, come ci approcciamo al cibo, come viviamo il momento del pasto), e solo in un secondo luogo alla QUANTITA’.
Per essere corrette, le scelte alimentari devono essere in primo luogo rivolte alla QUALITA’ (cosa mangiamo) ed alla MODALITA’ (come cuciniamo, come ci approcciamo al cibo, come viviamo il momento del pasto), e solo in un secondo luogo alla QUANTITA’.
Troppo spesso infatti focalizziamo la nostra attenzione sul grammo di pasta in più o in meno, dimenticandoci che il pezzetto di grana mangiato sfuggentemente mentre stavamo spadellando ci ha già fornito 1/4 dell’energia che otterremmo da quel piatto di pasta.
Stiamo appesantendo il basilare atto del nutrirsi di valori che non gli appartengono, dimenticandoci della sua semplicità, del suo originario significato di fonte energetica necessaria alla sopravvivenza. Così, il rapporto con il cibo diventa talvolta conflittuale, talvolta appagante; le emozioni sono sempre più coinvolte ed in tal modo direzionano anche le nostre scelte. Ci troviamo a mangiare per ansia o tristezza, abitudine, per non sprecare, perché gli altri mangiano, perché magari poi non ce n’è più, perché c’è sempre spazio per un cioccolatino, perché ho il ciclo, perché ha un buon profumo…
Per ritornare ad una relazione serena con il cibo è necessario scardinare i significati accessori che gli si sta conferendo, sviscerarlo nel suo significato originario, che è semplice e magari anche un po’ banale, ma certamente autentico.
Per fare ciò abbiamo bisogno di portare sugli stessi binari la mente e lo stomaco: imparare a mangiare con consapevolezza ci permette di essere pienamente consci dell’atto che stiamo facendo, della scelta che stiamo facendo.
Ecco alcuni semplici consigli per provare a mangiare con consapevolezza:
– Prima di aprire il frigorifero e la dispensa, fermati un attimo e chiediti come ti senti. Sei veramente affamato? O assetato? Stressato? Annoiato? Rifletti un momento e identifica i tuoi bisogni e i tuoi desideri.
– Se non hai bisogno di mangiare, fai qualcos’altro per distrarti, come ad esempio una camminata, leggi un libro, fai un po’ di stretching. Lontano dagli occhi, il cibo non è che un pensiero e spesso un’abitudine.
– Il senso di colpa arriva dopo e fa male, il senso di responsabilità arriva prima e salva!
– Non mangiare mentre cammini: risulta difficile essere conscio di quanto stai mangiando. Siediti e mangia da seduto.
– Apparecchia la tavola quando ti stai preparando al momento del pasto, anche quando sei solo e mangeresti un boccone e via.
– Cerca di non mangiare direttamente dalla confezione. Disponi il cibo nel piatto: potrai così vedere e apprezzare cosa e quanto stai per consumare.
– Rimuovi le distrazioni. Spegni la televisione e qualsiasi altro schermo, come computer, telefono, tablet, ecc.
– Fai in modo che il tuo pasto duri almeno 20 minuti. Puoi aiutarti a controllare ciò settando una sveglia.
– Fai un gioco con i tuoi figli/il tuo partner: prova a mangiare con il tuo arto non dominante, o con le bacchette cinesi, per imparare a mangiare con calma.
– Fai bocconi piccoli e mastica a lungo, concentrandoti sul profumo, il sapore e la consistenza del cibo. Mastica ciascun boccone fino a 30 volte prima di deglutire.
– Dopo ogni boccone prova ad appoggiare la posata e riprendila solo dopo aver deglutito il precedente boccone.
– Utilizza il momento del pasto come occasione di condivisione con i tuoi familiari, colleghi, amici: chiacchiere, scambi di opinioni, di ricette, di riflessioni.
– Se non hai bisogno di mangiare, fai qualcos’altro per distrarti, come ad esempio una camminata, leggi un libro, fai un po’ di stretching. Lontano dagli occhi, il cibo non è che un pensiero e spesso un’abitudine.
– Il senso di colpa arriva dopo e fa male, il senso di responsabilità arriva prima e salva!
– Non mangiare mentre cammini: risulta difficile essere conscio di quanto stai mangiando. Siediti e mangia da seduto.
– Apparecchia la tavola quando ti stai preparando al momento del pasto, anche quando sei solo e mangeresti un boccone e via.
– Cerca di non mangiare direttamente dalla confezione. Disponi il cibo nel piatto: potrai così vedere e apprezzare cosa e quanto stai per consumare.
– Rimuovi le distrazioni. Spegni la televisione e qualsiasi altro schermo, come computer, telefono, tablet, ecc.
– Fai in modo che il tuo pasto duri almeno 20 minuti. Puoi aiutarti a controllare ciò settando una sveglia.
– Fai un gioco con i tuoi figli/il tuo partner: prova a mangiare con il tuo arto non dominante, o con le bacchette cinesi, per imparare a mangiare con calma.
– Fai bocconi piccoli e mastica a lungo, concentrandoti sul profumo, il sapore e la consistenza del cibo. Mastica ciascun boccone fino a 30 volte prima di deglutire.
– Dopo ogni boccone prova ad appoggiare la posata e riprendila solo dopo aver deglutito il precedente boccone.
– Utilizza il momento del pasto come occasione di condivisione con i tuoi familiari, colleghi, amici: chiacchiere, scambi di opinioni, di ricette, di riflessioni.
Dr.ssa Irene Pozzebon, Dietista.