LAVANDA (LAVANDULA OFFICINALIS CHAIX)
La lavanda officinalis ha molti nomi usati comunemente per indicarla, ad esempio lavanda officinale, lavanda vera, spiga di Francia, mentre come sinonimi botanici troviamo: lavandula vera, lavandula spica, lavandula agustifolia. Essa appartiene alla famiglia delle labitae; originaria della Persia, delle Canarie e del bacino mediterraneo; è diffusa nelle zone collinari e montuose dell’Europa, regioni del Mediterraneo, Africa Settentrionale. La sua crescita è sia spontanea che coltivata. Il nome generico è stato recepito letteralmente dalla lingua italiana dal gerundio latino “lavare, che deve essere lavato” per alludere al fatto che questa specie era molto utilizzata nell’antichità, soprattutto nel Medioevo, per detergere il corpo grazie alle sue virtù eudermiche e battericide. Esistono numerosi ibridi, chiamati Lavandini, maggiormente coltivati, ma di minor valore per la presenza ridotta in principi attivi, rispetto alle specie pure. Essi hanno degli alti rendimenti in oli essenziali perchè di maggiore sviluppo vegetativo e con steli ed infiorescenze molto più grandi. Tuttavia una campo di lavanda vera in fiore ha uno spettro di colori che lo rende unica e facilmente riconoscibile, dal rosa pallido al viola, al blu lilla, e al celeste. Un campo di Lavandino invece ha un colore unico: blu-violetto ed una crescita uniforme sia in altezza , sia in lunghezza, caratteristiche che ne denunciano chiaramente l’origine ibrida.
PERIODO BALSAMICO:
Inizio della fioritura, in giugno-luglio.
NOTE STORICHE E SIMBOLISMO:
La Lavanda si usa sin da tempi remoti in campo terapeutico: la medicina dell’antichità della Persia e del mondo Greco-Romano conosceva già le sue virtù come stimolante e tonico del sistema nervoso. Plinio e Dioscoride raccomandavano infusi di fiori per le malattie respiratorie, cefalee e come antidoto per tutti i veleni. Si ricorreva alle fumigazioni di Lavanda per disinfettare le stanze dei malati, pratica empirica che ha trovato conferme scientifiche in tempi moderni. Hildergarda di Bingen, la santa erborista del Medioevo, consiglia la lavanda per favorire lo sviluppo di un carattere aperto e sincero, e per guarire la cute e gli occhi dall’infiammazione. Nell’ottocento i fiori di Lavanda erano usati per i disturbi “dei nervi e della testa” e nel novecento i medici li utilizzavano come stimolanti in caso di svenimenti e per trattare” problemi di isteria e condizioni nervose”. Le massaie da sempre utilizzano mazzetti di lavanda essiccata per prfoumare la biancheria e preservarla dalle tarme; si confezionano anche cuscini di lavanda per favorire il riposo notturno.
PRINCIPI ATTIVI:
La Lavanda contiene un ricco olio essenziale, caratterizzato dalla presenza di acetato di linalile al 30% circa, e da monoterpeni come il cineolo, il limonene, il carofillene. Il caratteristico profumo di lavanda è dato infatti dall’olio essenziale che viene prodotto da ghiandole, localizzate in tutte le parti verdi della pianta ( fiori, foglie e gambi), ma particolarmente concentrato nei fiori. Sono inoltre presenti flavonoidi, triterpeni saponine, principi amari e fioteroli.
PROPRIETA‘:
La Lavanda è utilizzata in Fitoterapia soprattutto per le sue capacità antispasmodiche, antisettiche, antibatteriche, antimicotiche, analgesiche , sedative ed equilibranti nel sistema nervoso centrale ( SNC).
Gli estratti di Lavanda e il suo olio essenziale risultano avere un’ottima capacità antibatterica grazie soprattutto al contenuto in alcoli monoterpenici, e si sono dimostrati in grado di svolgere la loro azione battericida quando applicati a livello topico contro Staphylococchi epidermici Sterptococchi. Risultano inoltre avere attività antimicotica, in particolare nei confronti di Candida.
L’olio essenziale ha inoltre attività insetticida, è infatti usato da sempre in Provenza allo scopo d allontanare tarme ed evitare le punture di zanzara. Secondo studi recenti, l’utilizzo della pianta si è dimostrato efficace nel migliorare lo stato emozionale e il comportamento aggressivo di anziani con demenza di tipo Alzhaimer, per questo viene raccomandato per migliorar lo stato emotivo del paziente anziano in caso di demenza senile.
INDICAZIONI CLINICHE PRINCIPALI:
- distonie neurovegetative con stati di ansia agitazione psicomotoria e insonnia
- irritabilità e tachicardia menopausale, dismenorrea
- affezioni sastiche delle vie genito-urinarie e gastrointestinali
- dolorabilità e contratture muscolo-tendinee, sciatalgie
- cefalee tensive
- ferite e piaghe di difficile cicatrizzazione (uso esterno)