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Mindfulness: ritrovare la calma attraverso il respiro

Quando ci si accosta alla mindfulness, uno dei primi aspetti con i quali siamo invitati a lavorare è proprio il nostro respiro. Come mai la consapevolezza del respiro è così importante?

Secondo la tradizione, ci sono tre elementi fondamentali attraverso i quali l’essere umano si nutre: il cibo, l’aria e la luce del sole. Il respiro è una vera e propria fonte di nutrimento, senza il respiro le nostre funzioni vitali cessano nel giro di brevissimo tempo. Possiamo fare a meno di cibo, acqua o luce per diversi giorni, ma perfino un campione di apnea non può resistere più di qualche minuto senza riprendere fiato.

Per questo motivo, il nostro corpo ha sviluppato un sistema molto sofisticato per controllare la respirazione: la funzione respiratoria infatti, è sotto il dominio sia del sistema nervoso centrale (la nostra parte cosciente) sia di quello autonomo. Questo significa che possiamo controllare il respiro con la mente, ma nel momento in cui la nostra attenzione è altrove non cessiamo di respirare.

La peculiarità di questo meccanismo rende la respirazione un ponte che unisce la nostra parte cosciente, razionale, all’inconscio. Attraverso il respiro possiamo entrare progressivamente in contatto con aspetti della nostra coscienza che solitamente non siamo in grado di richiamare. Non a caso, tecniche come l’ipnosi si fondano proprio sulla respirazione.

“Per chi vuol conoscere il proprio corpo dal di dentro il respiro è la corda del pozzo”

Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto

Non solo, ma esiste una profonda connessione tra il respiro e i nostri stati di coscienza. Ci accorgiamo facilmente se una persona si è addormentata proprio dalla qualità del suo respiro, come sappiamo bene che uno stato di ansia o di paura attiva una respirazione breve e concitata. Quando siamo colti di sorpresa, sospendiamo il respiro per qualche istante, quando rilasciamo una forte emozione emettiamo un lungo sospiro, e così via. Questa connessione esiste con moltissime funzioni del nostro corpo, ma nella respirazione è molto evidente, e facilmente accessibile.

Se questo fatto è familiare alla maggior parte di noi, altrettanto non si può dire del suo aspetto complementare: lavorare sul respiro può influenzare a sua volta il nostro stato emotivo e la qualità dei nostri pensieri, molto velocemente.

Uno dei modi più semplici per sperimentarlo, è proprio quello di prestare attenzione al respiro. Fermarsi in una posizione comoda per qualche minuto, chiudere gli occhi o abbassare lo sguardo, e iniziare ad osservare il proprio respiro può calmare uno stato di ansia, favorire la concentrazione, il sonno e perfino essere di aiuto durante un attacco di panico. Possiamo partire ascoltando il suono del respiro che scorre attraverso di noi, provare a saggiare gli odori che porta con sé, percepire l’attrito leggero dell’aria sulla pelle e sulle mucose, così come le variazioni di temperatura man mano che percorre le vie respiratorie. Possiamo poi concentrarci sul movimento del corpo in risposta al respiro: il torace e l’addome che si espandono e si ritirano, le spalle e la gola che si aprono e si chiudono.

Già solo il semplice atto di fermarsi ad osservare, àncora la nostra attenzione al momento presente, riduce le catene di pensieri disturbanti per qualche momento, e ci permettere di ritrovare il nostro centro.

Se cerchiamo uno stato di rilassamento profondo, possiamo attivare la respirazione addominale, invitando gentilmente il nostro respiro a scendere nella pancia. Per farlo possiamo aiutarci appoggiando le mani sull’addome, facendo sì che durante l’inspirazione (quando prendiamo aria) la pancia si gonfi leggermente, come farebbe un palloncino, mentre durante l’espirazione si ritiri e ritorni allo stato di partenza. Il respiro addominale dilata i tempi della respirazione e richiama quasi immediatamente alla coscienza uno stato di calma. È molto importante ricordare a noi stessi di eseguire questi piccoli esercizi sempre con delicatezza, invitando dolcemente il respiro ad espandersi, senza creare forzature che possano condurci in stati d’animo opposti a quelli che stiamo cercando.

Dedicare qualche momento della giornata a contattare il proprio respiro è semplice, non richiede abilità particolari ed è compatibile con tutti gli stili di vita. Riportare la mente al presente e a noi stessi rimane uno dei doni più preziosi che possiamo farci.

 

[contributo della dr.ssa Irene Cocchi, Dott.ssa in Scienze e Tecniche Psicologiche, specializzata in Mindfulness-Based Stress Reduction]