Ginecologia, Gravidanza

La nostra risposta all’indagine nazionale sulla Violenza Ostetrica in sala parto

Una mamma su cinque, il 21% del totale, riferisce di avere subito qualche forma di violenza ostetrica, fisica o psicologica, alla prima esperienza di maternità. È il risultato della prima indagine nazionale sul tema “Le donne e il parto”, nata su iniziativa dell’Osservatorio sulla violenza Ostetrica Italia e condotta dalla Doxa su un campione di cinque milioni di donne italiane, tra i 18 e i 54 anni, con almeno un figlio di 0-14 anni.

Ecco il commento dell’ostetrica Stefania Azzalini, condiviso da anche dall’ostetrica Silvia Ghitti e dalla ginecologa Dott.ssa Chiara Marra, che lavorano insieme per le donne a CasaMedica.

Una riflessione

Alla luce dei recenti articoli circa l’incidenza della violenza ostetrica in Italia, è nata in noi, medici ed ostetriche, la necessità di fare  una riflessione profonda sul nostro operato in modo da potere rispondere ancora di più ai bisogni di ogni donna che incontriamo, nel percorso prima della nascita e non solo, nel rispetto dei suoi desideri e del suo sentire.
Abbiamo riflettuto sulla necessità di percorsi nascita volti a restituire una consapevolezza alla donna e alla coppia. Sia per le visite della gravidanza che per il corso di accompagnamento alla nascita è importante scegliere gli operatori che rispondano alla curiosità e alla voglia di sapere dei futuri genitori, fornendo informazioni basate sulle evidenze scientifiche ma anche aiutando la coppia a mantenere la fisiologia della nascita. Questo significa per i futuri genitori poter conoscere tempi e modi del travaglio e del parto, con fiducia e senza paura.

Da questo consegue la necessità di una scelta consapevole del luogo del parto: non sempre l’ospedale dove lavora il ginecologo risponde ai propri bisogni. È importane sapere ciò che si desidera per il momento nascita per poter scegliere la struttura che più si confà alle proprie necessità.  In questo modo ci si riesce ad affidare alla struttura e agli operatori scelti, perché consapevoli di condividere la loro visione di nascita.
Durante il parto poi, purtroppo, possono esserci momenti di incomprensione. Per questo è importante cercare di avere, in un secondo tempo, un momento, individuale o di gruppo, per ripercorrere il proprio vissuto e capire alcuni aspetti di ciò che è accaduto.

Alla luce di ciò che è emerso dalla ricerca e dalle nostre riflessioni, come professioniste siamo ancora più convinte del percorso che possiamo suggerire alle donne che si accostano a noi, per l’approccio attento e dolce. Vogliamo dare la possibilità alle donne, durante e dopo la gravidanza, di riscoprire le proprie risorse personali e l’ascolto del proprio corpo.
Noi ostetriche inoltre offriamo anche la possibilità di esserci al momento del travaglio e del parto e anche nel periodo immediatamente successivo, proprio per creare un continuum di accudimento rispettoso e attento alle necessità e ai bisogni di madre, padre e bambino.

 

Il concetto di accoglienza è punto centrale della competenza ostetrica.
Contiene la chiave per rafforzare il terzo e più importante fattore del senso di coerenza, dare significato, perché la sola accoglienza restituisce significato.
L’essere accolti al momento della nascita è l’atto che riempie di significato la vita.
L’accoglienza contiene la chiave per l’apertura. Espansione e apertura costituiscono la salute in gravidanza e nel parto. Il segreto della nascita è l’apertura.
L’accoglienza promuove la fisiologia ostetrica in modo eccellente, facilitando l’abbandono.
[V. Schmid]