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Un papà incinto

Parlare della mia esperienza di paternità è difficile, perché richiede la capacità di fermarsi un attimo e realizzare di essere diventato papà. E il tempo sembra sempre mancare…
Dalla gravidanza di Lau, passando per il parto, fino ad arrivare al compimento dell’ottavo mese di Giulia… Sembra passata un’eternità. Già ieri è una vita fa…
Il tempo prende forma e si riempie di emozioni, di esperienze, di aneddoti: ricordarsi tutto diventa difficile. Così come raccontare l’esperienza della gravidanza di Lau, tutte le aspettative, i concerti visti con il pancione che cresceva sempre di più…
Il giorno in cui abbiamo deciso di fare il parto in casa è stato uno dei primi gesti di responsabilità nei confronti di Giulia. E il parto è stato magico ed indescrivibile, molto diverso dal cinema hollywoodiano. In quel momento non ho capito nulla e tutt’ora continuo a non capirci nulla.
Indescrivibile la gioia con cui vedo crescere mia figlia di soli otto mesi, l’emozione del suo piedino in bocca, la tristezza del primo pianto, l’entusiasmo nel costruirle il suo lettino. E anche le prime immersioni in piscina, i primi vocalizzi, lo svezzamento. Questa è un’avventura di grande crescita e realizzazione, in cui il mettersi in gioco è una sfida quotidiana.
Nell’attesa che Giulia si stacchi dal seno materno per prendere la mia mano, io sto gettando le fondamenta per quello che spero sarà il nostro rapporto, fatto di condivisione, di conoscenza e di esperienze tra padre e figlia.
Il futuro a volte fa un po’ paura, ma il bello deve ancora venire…

DANIELE, papà di Giulia

 

Il viaggio verso la paternità non è mediato né facilitato direttamente dal corpo, come succede nella donna. Quindi la gravidanza dei papà non ha un tempo stabilito ma variabile.

Possiamo dire che Daniele (papà di Giulia) sia ancora incinto?

Lui stesso dice che non ci capisce ancora nulla, che il tempo è passato rapidamente e inizia a gettare le basi per il rapporto con la piccola. È importante essere consapevoli che i tempi delle mamme e dei papà sono diversi e fare di questo una forza, anziché un problema.
Inoltre Daniele ci racconta che sta aspettando che Giulia si stacchi dal seno materno per prenderla per mano. Il padre ha il compito di “tagliare” il legame simbiotico madre-figlio presente nella gestazione tramite la placenta e il cordone ombelicale e che continua poi con l’allattamento. Solo grazie a questo passaggio il figlio avrà la possibilità di affrontare il mondo esterno e costruirsi il proprio percorso di vita. Il padre è colui che si inserisce nella coppia simbiotica madre-bambino e che vi porta un elemento di differenza. Questo è fondamentale perché aiuta il bambino a diversificare le emozioni, i sentimenti, le immagini, le voci.
Inoltre il padre, con la sua presenza forte e rassicurante, offre alla compagna la possibilità di occuparsi appieno del bambino: lui si occupa di lei mentre lei si occupa del figlio.
Penso ad un papà (a me molto caro) in cui la prima settimana di vita di suo figlio l’ha trascorsa osservandolo incantato ed estasiato, la seconda settimana ha pensato che questo bambino lo stava allontanando dalla sua compagna che era bisognosa di lui ma con la terza settimana è riuscito a trovare un equilibrio tra i due ed accogliere il suo ruolo di paternità.

L’effetto della presenza del padre non è quindi quella di interrompere un idillio o di creare una frattura, bensì mostra una nuova strategia: la differenza. Tramite la differenza i padri di oggi insegnano l’accoglienza. Quanto sono lontani i tempi in cui i padri erano autoritari!
Viva la diversità e viva la paternità!

 

Silvia Ghitti, Ostetrica di Laura, Daniele e Giulia