Attualmente l’Italia è considerata un Paese, come molti in Europa, a carenza iodica lieve.
Lo iodio è il costituente principale degli ormoni tiroidei, e una sua adeguata assunzione è indispensabile per permettere alla tiroide di produrne la quantità necessaria. Per capire l’importanza di questo meccanismo, consideriamo che gli ormoni tiroidei T3 e T4 sono fondamentali nel bambino per uno sviluppo corretto e armonico del sistema nervoso centrale.
Questo processo inizia con la gravidanza e si completa dopo la nascita, perciò le conseguenze della iodiocarenza nel bambino sono differenti, non solo a seconda dell’entità dell’insufficienza iodica, ma anche del momento in cui questa si manifesta.
Ad esempio, una serie di evidenze dimostrano come anche una carenza lieve nella prima fase della gravidanza, si possa tradurre in alterazioni della sfera emotiva e cognitiva nei bambini in età scolare, con deficit dell’attenzione e sindrome da iperattività.
Esistono studi che dimostrano che la correzione della carenza iodica, come la supplementazione tramite integratori in età scolare potrebbe essere in grado di migliorare alcune performance cognitive.
Inoltre occorre considerare che l’effetto più importante della carenza iodica in età infantile è rappresentato dal successivo aumento di dimensione della tiroide, il cosiddetto gozzo, oltre alla patologia nodulare, in età adulta.
Per tali ragioni è importare una corretta iodoprofilassi e la valutazione della predisposizione di numerose famiglie italiane per lo sviluppo di una patologia tiroidea.
Iodoprofilassi: quanto iodio va assunto quotidianamente?
Nell’adulto, l’apporto quotidiano consigliato è di 150 microgrammi al giorno; nei bambini fino ai 5 anni di età è di 90 microgrammi; dopo i 5 anni – fino all’età puberale – sono necessari 120 microgrammi quotidiani.
Per quanto riguarda le quantità assunte, c’è da dire che i bambini sono in qualche modo avvantaggiati dal fatto di consumare latte (alimento ricco di iodio) in quantità significativamente maggiore rispetto all’adulto.
Queste quantità sono facilmente raggiungibili con un normale consumo di sale iodato; visto che in media 1 grammo di sale arricchito con iodio contiene circa 30 microgrammi di iodio, per raggiungere 150 microgrammi sarebbe sufficiente assumere 5 grammi di sale al giorno. Va sottolineato inoltre che stiamo parlando di sale “a crudo”, perché la cottura ne riduce il contenuto di iodio di circa il 50%.
Dott.ssa Guia Vannucchi, Medico Chirurgo, Specialista in Endocrinologia – Presso CasaMedica